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Ànghelos

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Com’è fatto un angelo?

Spesso lo si rappresenta con grandi ali calde e accoglienti come quelle di una colomba o forti ed immense come quelle di un’aquila, ma siamo proprio certi che le abbia?

Esseri di pura luce e spirito o rappresentazioni tangibili e corporee dell’esercito di Dio,  sugli angeli si è dibattuto tanto; sulla loro forma, sul loro sesso, ma quello delle ali è uno dei punti fermi sul quale la cultura popolare non ha mai avuto dubbi. Del resto le figure alate nelle varie culture mono e politeistiche non sono mai mancate (ricordiamo che tra le rappresentazioni più antiche di uomini uccello vi sono le pitture rupestri ritrovate in Brasile nel complesso del riparo di Santa Elina risalenti all’arte paleo indiana. Non possiamo in questo contesto dimenticare ulteriori immagini appartenenti al mondo antico come le Sfingi alate della cultura assiro-babilonese, la dea Iside in Egitto, la Nike greca, Cupidi ed amorini vari etc.).

Oggi, così come nella preistoria, le creature alate continuano a guardarci dall’alto di un obelisco o di un monumento, dalle pareti di un oratorio, dal piedistallo di una tomba. 

Chi sono gli angeli? Da dove vengono?

Creature eteree sono presenze che da millenni popolano, con alcune varianti, quasi tutte le culture del mondo. Gli angeli (Malakh in ebraico,  Malak in arabo e Ànghelos in greco) sono i messaggeri, gli emissari divini inviati per istruire, comunicare o impartire ordini agli uomini. Per questa loro funzione di ponte tra la vita dei mortali e la vita Superiore essi sono da sempre accolti e, a volte, anche venerati e forse per la stessa ragione la mente razionale umana li ha dotati dell’unico mezzo plausibile che conosce da sempre per librarsi in volo: le ali.

A queste figure celesti pittori, scultori, architetti, scrittori, fotografi, musicisti, papi, filosofi etc. hanno dedicato almeno un pensiero contribuendo ad esaltarne la memoria e la “gloria”.

Ma da dove nasce l’iconografia angelica?

Alcuni indizi sulle fattezze degli angeli si hanno leggendo la Bibbia soprattutto in determinati libri in cui si narra di Cherubini e Serafini (gli unici angeli che vengono descritti dettagliatamente come esseri dotati di più ali), di angeli di puro spirito e di angeli dalle sembianze umane quindi privi di ali, tutto il resto che crediamo di sapere relativamente a questo argomento è frutto di congetture ed invenzioni della mente umana.

La figura dell’angelo, così per come la conosciamo noi, comincia a prendere forma nel medioevo per poi evolversi nel corso dei secoli.

Angeli uccello, nel tempo, si sono trasformati in figure apollinee, in giovani vigorosi, in delicate fanciulle. Da statiche figure reggenti il trono, si sono fatte via via sacerdoti, musicanti, nunzi, giustizieri, nuvola, luce. L’angelo creatura divina ha acquistato carne umana palpitante di emozioni e sentimenti.

La raffigurazione angelica, in tutti i tempi, è stata frutto di lunghe riflessioni filosofiche e teologiche soggette a regole ben precise (soprattutto nelle icone russe e nelle riproduzioni presenti nelle chiese cristiane). La committenza, prevalentemente religiosa, ha dato vita ad un “campionario” angelico molto vasto a cui hanno attinto nei secoli anche decoratori, orefici, stilisti etc. per le loro creazioni.

Anche oggi, dovendo produrre per la chiesa, gli artisti, prevalentemente, seppur lasciati più liberi rispetto al passato, si attengono a dettami precisi poiché l’angelo deve essere facilmente identificabile da chiunque.

Al di fuori dalle mura sacre, però, le cose cambiano, si modificano. Gli angeli vengono tratteggiati dagli artisti in maniera più libera, più interpretativa. Essi appaiono stilizzati, rarefatti, ridotti a puro spirito o mostrati come uomini normali, quale identificazione di un’umanità buona e caritatevole.

Nell’arte contemporanea si assiste anche ad una nuova visione angelica. L’angelo difatti spesso viene sfidato, corrotto, trasformato, spogliato, dissacrato divenendo anche simbolo erotico. In una cultura prevalentemente laica, descrizione biblica e concezione artistica si sovrappongono e si scontrano. Tutto diviene scevro da orpelli.

La ricerca della verità e un differente senso religioso che pervade i tempi moderni, hanno portato gli artisti ad approfondire il tema in questione, a farsi domande, ad andare oltre il tramandato ed oltre i canoni che ci hanno insegnato.

Se infatti abbiamo dovuto aspettare Leonardo e il Quattrocento prima che gli angeli si dotassero di ali atte al volo, il Seicento e Rembrandt per ritrasformare l’angelo in luce, e il Novecento con Paul Klee e i suoi angeli scarni e problematici frutto di Freud, oggi questi hanno assunto molteplici aspetti e significati.

È soprattutto il cinema che ha permesso questo passaggio verso una nuova concezione angelica. “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, “Accadde domani” di Renè Clair, “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wender, “Michael” di Nora Ephron sono solo alcuni dei tanti titoli che trattano l’argomento e che mostrano angeli umanizzati, angeli che devono guadagnarsi le ali, angeli malati che le ali le nascondono, angeli che divengono uomini.

Non potendo diventare noi stessi angeli avviciniamo essi a noi, li facciamo più somiglianti al nostro aspetto interiore, li dotiamo delle nostre stesse paure e di emozioni che non dovrebbero avere, quando addirittura non lo vediamo nelle vesti di un alieno così come accade nella religione raeliana.

In un mondo in lotta, l’angelo custode è stato soppiantato dall’Arcangelo guerriero. Il compagno di viaggio pronto ad accoglierci sotto la sua ala protettiva è rimasto intrappolato in illustrazioni infantili, in raffigurazioni innocue ed ingenue. Nel grande circo dell’arte contemporanea ormai gli angeli sono quelli di Osvaldo Licini, Bill Viola, Richard Hamilton (solo per fare qualche esempio).

Chissà dove ci traghetterà questo nuovo millennio e quali forme assumeranno gli angeli in futuro, questo non ci è dato saperlo, ma ci è sembrata importante la costituzione di museo dedicato a loro.

 

Isola delle femmine febbraio 2011                                                               Vinny Scorsone